razionalità e istinto… due giocatori destinati a non terminare mai la loro partita… le loro carte saranno sempre diverse… e mai saprai che punti ha in mano il tuo avversario… la razionalità fa calcoli statistici… si basa sulle carte in mano… su quello che hai… hai una doppia coppia di assi e donne… sarà mai sufficiente?
l’istinto, dal suo canto, è aggressivo… non si perde in simili inezie… ma sogna e crede fortemente di poter ribaltare tutto… ha una coppia, un coppia di re… ne basta un terzo e vince… cambia tre carte… davvero non ce la può fare?
euforia e inquietudine… euforia per qualcosa di certo… inquietudine per l’inatteso, lo sperato, ma per ora dubbio… cosa fare? lasciarsi guidare da razionalità e euforia? oppure abbandonarsi alla dolce inquietudine dell’istinto che tanto ci tiene vivi e ci fa sentire parti attive in questo mondo globalizzato?
perché poi, alla fin fine, il tutto si gioca sul filo dei nostri sentimenti, di quanto vogliamo abbandonarci e di quanto abbiam voglia di rischiare… rischiare… di quanto decidiamo di sentirci vivi… di quanto vogliamo emozionarci…
lasciarsi andare e razionalità… e se fosse il contrario? se la razionalità spingesse verso il lasciarsi andare e l’istinto verso l’euforia della normalità? no, non è mai così… la razionalità non ci spinge mai a rischiare, mai a scoprire nuove strade, mai a mettere in gioco le nostre vite, mai a farci cambiare tre carte avendo in cuore la speranza di pescare il re, e perchè no! anche due re… e invece l’istinto che ci guida sempre lontano dalle strade rette e tranquille… se non fosse così non ci sarebbe mai partita, non si potrebbero cambiare le carte e ogni mano finirebbe come nasce… dettata dal caso e dall’inerzia…
voler dominare la situazione… pensare di poter controllare chi smazza le carte è ardito come pensiero… alla fine, come direbbe jostein gaarder e il suo enigma del solitario, si salvano solo i jolly… il resto è già scritto… 🙂
un bacio piccola erìka… buongiorno…